26 novembre 2009 – Grandi prospettive anche per l’idroelettrico, una tra le prime fonti rinnovabili sfruttate
in Italia. All’argomento è dedicato il convegno “Mini &
Micro, il futuro verde dell’idroelettrico”, nell'ambito
di Greenergy Expo ed Enersolar+.
Al suo interno è intervenuto nella mattinata di oggiFrancesco Tornatore, dell’Autorità del bacino
del Po(foto), che ha sottolineato come nell’alveo del più grande fiume italiano siano in funzione circa 890
impianti con una taglia media di oltre 500 kW.
“Per piccole centrali di questo tipo – ha detto Tornatore – c’è ancora margine di svilupposoprattutto lungo il corso di Po, Oglio, Adda, Ticino e Dora Baltea, i corsi d’acqua principali. Mentre il microidroelettrico può trovare spazio su corsi minori, soprattutto dove esistano già opere di captazione o traverse esistente, in modo da sfruttare i salti d’acqua che garantiscono la produzione di energia senza modificare ulteriormente l’ambiente”.
“L’idroelettrico – ha ricordato Tornatore – è una buona opportunità ma deve garantire il cosiddetto Deflusso Minimo Vitale, che garantisce la sopravvivenza degli ecosistemi fluviali.
Lo sviluppo di nuovi impianti deve quindi tenere conto di questi parametri vitali minimi”.
mercoledì 16 dicembre 2009
mercoledì 9 dicembre 2009
Fondo di solidarieta' per l'agricoltura
Duecento milioni di euro per il Fondo solidarieta' nazionale, sia per il pregresso, sia per le annualita' 2010 e 2011. E' stato assunto in tal senso un impegno politico con la delegazione di Confagricoltura, guidata dal presidente Federico Vecchioni, da parte del relatore della Legge Finanziaria alla Camera Massimo Corsaro.
L’incontro con Confagricoltura è venuto al termine della manifestazione dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli a Roma in piazza Montecitorio, a cui hanno partecipato nutrite delegazioni di agricoltori di tutte le regioni del Nord Italia (il 15 dicembre ci sarà invece il sit-in degli agricoltori del Centro-Sud). Nell'incontro Confagricoltura ha ricordato che il sistema dell’assicurazione agevolata permette allo Stato di risparmiare ingenti risorse per il ristoro dei danni provocati dalle calamità naturali.
Nel corso della manifestazione sono intervenuti numerosi esponenti politici a portare la loro solidarietà ed attenzione alle richieste di Confagricoltura. In evidenza gli interventi di Pier Ferdinando Casini (Uda) e Antonio Di Pietro (Italia dei Valori), del presidente della Commissione Agricoltura della Camera Paolo Russo (Pdl) e del vicepresidente Angelo Zucchi (Pd); degli on. Carlo Nola (Pdl) e Michele Vietti (Udc).
Il presidente dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli, Federico Vecchioni, ha rimarcato ai partecipanti come Confagricoltura non chieda aiuti ma incentivi per superare la drammatica crisi in atto. E che venga esteso concretamente lo scudo fiscale anche all’agricoltura alla pari degli altri settori produttivi.
Fonte ImpresaMia.it
domenica 6 dicembre 2009
Car pooling, il progetto del Comune di Reggio Emilia per promuovere l’uso intelligente dell’auto privata
Parte “Auto condivisa” – Car pooling, il progetto del Comune di Reggio Emilia per promuovere l’uso intelligente dell’auto privata, aumentando il numero di occupanti per auto e combinando percorsi e orari comuni.
Partecipare è molto semplice: basta iscriversi nella sezione dedicata alla registrazione.Il software, procederà in seguito ad intrecciare il proprio profilo con altri simili riguardo orari e tragitti percorsi giornalmente.
Successivamente, ciascuno riceverà nella propria casella di posta elettronica i nomi delle persone con cui potrà formare un equipaggio.
I dettagli a : http://www.carpooling.comune.re.it/portal/
lunedì 23 novembre 2009
IN-FORMAZIONE Incontri su Rete Natura 2000 La Provincia di Reggio Emilia, il CIEA Val d'Enza e numerosi altri partner, organizzano un ciclo di incontr
Rete Natura 2000 è un insieme di aree di interesse naturalistico, paesaggistico e culturale che copre circa il 13% del territorio provinciale, dal crinale al Po. Tali aree, riconosciute dalla Comunità Europea, rappresentano una risorsa molto importante per le opportunità di salvaguardia dell'ambiente, gestione sostenibile del territorio e promozione di una fruizione consapevole.
Nonostante le notevoli opportunità che il sistema offre, vi è ancora molta disinformazione in materia; è per questo motivo che il progetto La sostenibilità della tutela ambientale si è dato come obiettivo la diffusione di informazione e conoscenza in merito.
A tal proposito è stato promosso un calendario di incontri, scaricabile da questa pagina, dedicati a coloro che, a vario titolo, operano al fine di valorizzare il territorio e le sue risorse. Il target di riferimento è costituito principalmente da tutti gli operatori agricoli e forestali e gli operatori turistici, per illustrare le generalità del sistema Rete Natura 2000, le principali normative in materia, buoni esempi e buone pratiche e le opportunità che il sistema offre.
Per informazioni:
Cooperativa Incia
347/7079453
ciea.enza@comune.bibbiano.re.it
Nonostante le notevoli opportunità che il sistema offre, vi è ancora molta disinformazione in materia; è per questo motivo che il progetto La sostenibilità della tutela ambientale si è dato come obiettivo la diffusione di informazione e conoscenza in merito.
A tal proposito è stato promosso un calendario di incontri, scaricabile da questa pagina, dedicati a coloro che, a vario titolo, operano al fine di valorizzare il territorio e le sue risorse. Il target di riferimento è costituito principalmente da tutti gli operatori agricoli e forestali e gli operatori turistici, per illustrare le generalità del sistema Rete Natura 2000, le principali normative in materia, buoni esempi e buone pratiche e le opportunità che il sistema offre.
Per informazioni:
Cooperativa Incia
347/7079453
ciea.enza@comune.bibbiano.re.it
Regolarizzazione vigneti: modalità e tempi Le domande vanno presentate al servizio Sviluppo economico, Agricoltura e Promozione del territorio della P
La Provincia di Reggio Emilia rende noti i termini per la presentazione delle domande volte alla regolarizzazione dei vigneti impiantati illegalmente dall’1/04/1987 al 31/08/1998, in ottemperanza della Legge Regionale 16 del 4/11/2009. Le domande, in marca da bollo, vanno presentate tramite CAA alla Provincia - Servizio Sviluppo Economico Agricoltura e Promozione del Territorio - via Gualerzi 38-40 Mancasale entro il 30 novembre 2009.
Alla domanda devono essere obbligatoriamente allegati, pena il decadimento della stessa, due distinti versamenti su conto corrente postale numero 10912426, intestati alla Provincia di Reggio Emilia con le seguenti causali:
- “L.R 16/09 Art. 6 comma 5” (6 mila euro/Ha per la regolarizzazione)
- “L.R. 16/09 Art. 6 comma 6” (1.000 euro/Ha per ogni anno di mancato avvio alla distillazione, fino ad un massimo di 5 mila euro ad ettaro)
L’omessa regolarizzazione delle superfici entro i termini comporta:
a) l’obbligo del produttore di estirpare a proprie spese le superfici vitate illegali;
b) il pagamento della sanzione di 12 mila euro ad ettaro, nuovamente applicata ogni 12 mesi, fino all’adempimento dell’obbligo di estirpazione;
c) dalla vendemmia 2009, il pagamento della sanzione da 2 mila a 6 mila euro/ ettaro/anno, in caso di mancata presentazione del contratto di distillazione.
E’ possibile visionare il testo della Legge Regionale e scaricare il modulo di domanda sul sito Internet della Provincia di Reggio Emilia nella sezione Servizi on line, Bandi e Appalti. Per informazioni è possibile contattare Giuseppe Ferri (telefono 0522.444 660) o Alessandro Redeghieri (0522.444 682) del servizio Sviluppo economico, Agricoltura e Promozione del territorio della Provincia.
Alla domanda devono essere obbligatoriamente allegati, pena il decadimento della stessa, due distinti versamenti su conto corrente postale numero 10912426, intestati alla Provincia di Reggio Emilia con le seguenti causali:
- “L.R 16/09 Art. 6 comma 5” (6 mila euro/Ha per la regolarizzazione)
- “L.R. 16/09 Art. 6 comma 6” (1.000 euro/Ha per ogni anno di mancato avvio alla distillazione, fino ad un massimo di 5 mila euro ad ettaro)
L’omessa regolarizzazione delle superfici entro i termini comporta:
a) l’obbligo del produttore di estirpare a proprie spese le superfici vitate illegali;
b) il pagamento della sanzione di 12 mila euro ad ettaro, nuovamente applicata ogni 12 mesi, fino all’adempimento dell’obbligo di estirpazione;
c) dalla vendemmia 2009, il pagamento della sanzione da 2 mila a 6 mila euro/ ettaro/anno, in caso di mancata presentazione del contratto di distillazione.
E’ possibile visionare il testo della Legge Regionale e scaricare il modulo di domanda sul sito Internet della Provincia di Reggio Emilia nella sezione Servizi on line, Bandi e Appalti. Per informazioni è possibile contattare Giuseppe Ferri (telefono 0522.444 660) o Alessandro Redeghieri (0522.444 682) del servizio Sviluppo economico, Agricoltura e Promozione del territorio della Provincia.
lunedì 16 novembre 2009
quando il digitale terrestre?
Come già detto in precedenza il passaggio completo al digitale terrestre avviene lentamente (visto che sono tanti i soggetti che dovranno aggiornare o acquistare le nuove tecnologie utili), e tra intoppi e ritardi anche l’Emilia Romagna sarà interessata al cambiamento (come d’altronde tutte le regioni italiane) che secondo le stime del Ministero dovrebbe avvenire entro il secondo semestre del 2010 (bisogna ricordarsi che entro 9 mesi dalla scadenza del passaggio le regioni dovranno riferire le date precise del passaggio). Rivoluzione o meno sta di fatto che i giochi sono fatti e non ci resta altro da fare che continuare verso la migrazione e sperare che sia lo stato che le emittenti facciano la loro per fare in modo non ci siano problemi e che tutti possano usufruire di un servizio che è pubblico e che comunque paghiamo con il canone TV.
Naturalmente staremo a vedere come si evolverà anche la questione del decoder unico oppure quella che vede l’adozione dello standard HD e per alcuni la possibilità di utilizzare CAM che permettano la protezione dei contenuti contro la copia.
Pubblicato da Michelangelo Pisu in Curiosità, TV LCD.
Naturalmente staremo a vedere come si evolverà anche la questione del decoder unico oppure quella che vede l’adozione dello standard HD e per alcuni la possibilità di utilizzare CAM che permettano la protezione dei contenuti contro la copia.
Pubblicato da Michelangelo Pisu in Curiosità, TV LCD.
Presentata una ricerca per il turismo sul Po
(12 novembre 2009) - Attracchi, piste ciclabili, segnaletica, centri d’informazione, itinerari enogastronomici, una guida e un portale per la promozione unitaria del turismo fluviale sul Po. Per far diventare il principale fiume italiano una meta turistica a livello dei grandi fiumi europei (Senna, Loira, Rodano, Ebro, Reno, Danubio, Tamigi), di lavoro ne è stato fatto molto. Ma si può ancora crescere: non esiste, per esempio, un annuario aggiornato degli operatori del turismo fluviale di nessuna delle quattro regioni attraversate dal fiume; fiume che in genere viene presentato da istituzioni e privati nel limite del proprio confine amministrativo geografico, mentre le informazioni sull’offerta fluviale sono quasi sempre “mascherate” dietro proposte di turismo naturalistico, o alla generica voce “itinerari”.
E’ quanto emerge, in sintesi, dalla ricerca KPL (Knowledge Po Leadership), realizzata dallo Studio Giaccardi & Associati all’interno del progetto interregionale “Valorizzazione turistica fiume Po” e coordinata dal Servizio turismo e Qualità Aree turistiche della Regione Emilia-Romagna, presentata a Bologna. La ricerca KPL ha analizzato lo stato dell’offerta turistica dei territori del Po per fornire a istituzioni e operatori privati di Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto (le quattro regioni coinvolte nel progetto) ulteriori elementi per orientare scelte e strategie in modo tale che i 652 chilometri di lunghezza del Po, dal Monviso al Delta, possano diventare una destinazione turistica di successo a livello internazionale.
“Il Po è una potenziale destinazione turistica - ha sottolineato l’assessore al Turismo della Regione Emilia-Romagna Guido Pasi - . Si tratta di farla diventare da potenziale a reale, preservando la naturalità del fiume e del suo contesto, e attuando gli interventi necessari. Occorre costruire insieme al territorio e alle imprese un’offerta turistica sostenibile, coordinata e qualificata”.
L'indagine e l'offerta tursitcia sul Po
Dall’analisi condotta su 50 tra operatori, amministrazioni e società del territorio delle quattro regioni del Po, emerge come l’80% dei flussi turistici nei territori del fiume sia riconducibile all’escursionismo, cioè visite senza pernottamento. Il 67% degli intervistati pensano che l’offerta turistica sia soprattutto legata al territorio e non al fiume, mentre la quasi totalità ritiene che il turismo fluviale sia un prodotto in grado di attrarre prevalentemente gruppi e famiglie (mentre l’indagine sulla domanda rivela l’esatto contrario: il turismo fluviale è per il 90% turismo individuale). Infine, il 97% di operatori, amministrazioni e società del territorio sono d’accordo sulla promozione del Po come prodotto turistico unitario e sulla realizzazione di un portale web comune alle quattro regioni. Su 47 operatori stranieri intervistati, il 70% non tratta il Po come prodotto turistico e non ha relazioni con il suo sistema turistico e territoriale.
La ricerca KPL fa parte del progetto interregionale “Valorizzazione turistica fiume Po” finanziato con la legge nazionale 135 del 2001 e promosso dalle quattro Regioni attraversate dal Po - Emilia-Romagna (capofila), Lombardia, Piemonte e Veneto - con un investimento congiunto di 8 milioni di euro. Nel progetto interregionale, dal 2005 a oggi, oltre alle attività di ricerca e studio, sono stati finanziati diversi interventi tra cui la realizzazione di attracchi, il collegamento delle piste ciclabili, segnaletica fluviale, la creazione di percorsi gastronomici, sostegni alle imprese per la riqualificazione di strutture ricettive o per lo sviluppo di servizi turistici, la prima guida turistica unitaria sull’intera asta fluviale del Po in collaborazione con Touring Club, interventi promozionali con mostre e spettacoli e interventi di qualificazione e formazione per operatori. Tappa conclusiva del progetto interregionale, la realizzazione del portale interregionale Po RIVER per la promozione unitaria del turismo fluviale del Po, dal Monviso al Delta e comune a tutte le quattro Regioni.
Nei territori del Po dell’Emilia-Romagna, l´offerta turistica significa 234 strutture alberghiere per 14.676 posti letto, e 358 extra-alberghiere per 29.718 posti letto; 460 chilometri di fiumi e canali navigabili, 3 porti fluviali (Boretto, Ferrara, Porto Garibaldi), 4 conche (Monticelli D’Ongina, Pontelagoscuro, Valpagliaro, Valle Lepri), 36 attracchi pubblici e privati, 8 operatori fluviali mappati sul web, per oltre 15 motonavi disponibili. Per quanto riguarda il comparto “arte e cultura”, ci sono 6 città d’arte (Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Ferrara, Ravenna), 23 borghi antichi sul Po, e 87 musei di cui 13 dedicati al Po. Sul versante dell’enogastronomia, l´intera area può contare su 5 strade dei vini e dei sapori, 26 sagre e rassegne enogastronomiche (censite nel solo mese di novembre 2009), 326 ristoranti di qualità segnalati dalla guida Touring Club, 7 zone di produzione di salumi e formaggi tipici, 18 prodotti a marchio Dop e Igp, 5 vini Doc. Da segnalare il Parco regionale Delta del Po con 5 Centri visita, 12 Oasi, più riserve e altre 34 aree naturali. Per quanto riguarda il cicloturismo, 6 le piste ciclopedonali di lunga percorrenza prevalentemente in sede propria (317 km); 19 le piste ciclabili fruibili, in sede promiscua (per 947 km).
Fonte: Ermes
E’ quanto emerge, in sintesi, dalla ricerca KPL (Knowledge Po Leadership), realizzata dallo Studio Giaccardi & Associati all’interno del progetto interregionale “Valorizzazione turistica fiume Po” e coordinata dal Servizio turismo e Qualità Aree turistiche della Regione Emilia-Romagna, presentata a Bologna. La ricerca KPL ha analizzato lo stato dell’offerta turistica dei territori del Po per fornire a istituzioni e operatori privati di Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto (le quattro regioni coinvolte nel progetto) ulteriori elementi per orientare scelte e strategie in modo tale che i 652 chilometri di lunghezza del Po, dal Monviso al Delta, possano diventare una destinazione turistica di successo a livello internazionale.
“Il Po è una potenziale destinazione turistica - ha sottolineato l’assessore al Turismo della Regione Emilia-Romagna Guido Pasi - . Si tratta di farla diventare da potenziale a reale, preservando la naturalità del fiume e del suo contesto, e attuando gli interventi necessari. Occorre costruire insieme al territorio e alle imprese un’offerta turistica sostenibile, coordinata e qualificata”.
L'indagine e l'offerta tursitcia sul Po
Dall’analisi condotta su 50 tra operatori, amministrazioni e società del territorio delle quattro regioni del Po, emerge come l’80% dei flussi turistici nei territori del fiume sia riconducibile all’escursionismo, cioè visite senza pernottamento. Il 67% degli intervistati pensano che l’offerta turistica sia soprattutto legata al territorio e non al fiume, mentre la quasi totalità ritiene che il turismo fluviale sia un prodotto in grado di attrarre prevalentemente gruppi e famiglie (mentre l’indagine sulla domanda rivela l’esatto contrario: il turismo fluviale è per il 90% turismo individuale). Infine, il 97% di operatori, amministrazioni e società del territorio sono d’accordo sulla promozione del Po come prodotto turistico unitario e sulla realizzazione di un portale web comune alle quattro regioni. Su 47 operatori stranieri intervistati, il 70% non tratta il Po come prodotto turistico e non ha relazioni con il suo sistema turistico e territoriale.
La ricerca KPL fa parte del progetto interregionale “Valorizzazione turistica fiume Po” finanziato con la legge nazionale 135 del 2001 e promosso dalle quattro Regioni attraversate dal Po - Emilia-Romagna (capofila), Lombardia, Piemonte e Veneto - con un investimento congiunto di 8 milioni di euro. Nel progetto interregionale, dal 2005 a oggi, oltre alle attività di ricerca e studio, sono stati finanziati diversi interventi tra cui la realizzazione di attracchi, il collegamento delle piste ciclabili, segnaletica fluviale, la creazione di percorsi gastronomici, sostegni alle imprese per la riqualificazione di strutture ricettive o per lo sviluppo di servizi turistici, la prima guida turistica unitaria sull’intera asta fluviale del Po in collaborazione con Touring Club, interventi promozionali con mostre e spettacoli e interventi di qualificazione e formazione per operatori. Tappa conclusiva del progetto interregionale, la realizzazione del portale interregionale Po RIVER per la promozione unitaria del turismo fluviale del Po, dal Monviso al Delta e comune a tutte le quattro Regioni.
Nei territori del Po dell’Emilia-Romagna, l´offerta turistica significa 234 strutture alberghiere per 14.676 posti letto, e 358 extra-alberghiere per 29.718 posti letto; 460 chilometri di fiumi e canali navigabili, 3 porti fluviali (Boretto, Ferrara, Porto Garibaldi), 4 conche (Monticelli D’Ongina, Pontelagoscuro, Valpagliaro, Valle Lepri), 36 attracchi pubblici e privati, 8 operatori fluviali mappati sul web, per oltre 15 motonavi disponibili. Per quanto riguarda il comparto “arte e cultura”, ci sono 6 città d’arte (Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Ferrara, Ravenna), 23 borghi antichi sul Po, e 87 musei di cui 13 dedicati al Po. Sul versante dell’enogastronomia, l´intera area può contare su 5 strade dei vini e dei sapori, 26 sagre e rassegne enogastronomiche (censite nel solo mese di novembre 2009), 326 ristoranti di qualità segnalati dalla guida Touring Club, 7 zone di produzione di salumi e formaggi tipici, 18 prodotti a marchio Dop e Igp, 5 vini Doc. Da segnalare il Parco regionale Delta del Po con 5 Centri visita, 12 Oasi, più riserve e altre 34 aree naturali. Per quanto riguarda il cicloturismo, 6 le piste ciclopedonali di lunga percorrenza prevalentemente in sede propria (317 km); 19 le piste ciclabili fruibili, in sede promiscua (per 947 km).
Fonte: Ermes
domenica 8 novembre 2009
Al via il cantiere Il primo “mini-biogas” italiano debutta a Vicenza
Una novità nel settore delle rinnovabili destinata a portare le fonti rinnovabili in tutte le piccole aziende agricole italiane e con allevamenti di piccola taglia
(Rinnovabili.it) – Sarà inaugurato domani mattina nell’Azienda Agricola Bernardi a Schiavon (VI) per essere pronto per dare l’avvio ai lavori la prossima settimana quello che l’azienda BluEnergyControl è felice di annunciare come il primo impianto a biogas di piccola scala a livello nazionale. La realizzazione dell’impianto, presto brevettata come prima in Italia per caratteristiche tecniche e strutturali, rappresenta una novità nel settore delle bioenergie. Con una potenza da 20 a 50 kW, produrrà energia elettrica e termica a partire da deiezioni animali e biomasse di cui l’azienda già dispone, in aperta controtendenza con il mercato che, fino ad ora, ha offerto impianti di grandi dimensioni, fuori dalla portata della stragrande maggioranza delle piccole aziende agricole italiane.
“Abbiamo richiesto di ottenere il Brevetto su una struttura che credo darà un grosso scossone al comparto agricolo italiano”, spiega Marco Fiorese, titolare della BluEnergyControl che realizzerà i lavori. “La convenienza del MINI-BIOGAS sta tutta nelle dimensioni ridotte e nella sostenibilità economico-tecnica garantita dall’incentivo nazionale”. “Dopo anni di gestazione – continua Fiorese – il legislatore ha finalmente emanato i decreti attuativi che permettono a chi produce energia da biogas e biomasse di avere una giusta remunerazione di quanto immesso in rete. Un segnale importante per far decollare il settore dei piccoli impianti”.
All’incontro di domani, presieduto dal sindaco di Schiavon Mirella Cogo, anche il proprietario dell’Azienda Agricola che ospiterà l’impianto, Amedeo Bernardi, e la titolare dell’impianto Elisabetta Stevan della On Energy concordi nell’affermare che “i benefici economici ed energetici della struttura sono evidenti. A questo va poi aggiunto il vantaggio derivante dall’impianto a digestione anaerobica di ridurre gli odori e migliorare l’effluente zootecnico rendendolo più adatto allo spandimento nei campi”.
Fonte: Rinnavabili.it
(Rinnovabili.it) – Sarà inaugurato domani mattina nell’Azienda Agricola Bernardi a Schiavon (VI) per essere pronto per dare l’avvio ai lavori la prossima settimana quello che l’azienda BluEnergyControl è felice di annunciare come il primo impianto a biogas di piccola scala a livello nazionale. La realizzazione dell’impianto, presto brevettata come prima in Italia per caratteristiche tecniche e strutturali, rappresenta una novità nel settore delle bioenergie. Con una potenza da 20 a 50 kW, produrrà energia elettrica e termica a partire da deiezioni animali e biomasse di cui l’azienda già dispone, in aperta controtendenza con il mercato che, fino ad ora, ha offerto impianti di grandi dimensioni, fuori dalla portata della stragrande maggioranza delle piccole aziende agricole italiane.
“Abbiamo richiesto di ottenere il Brevetto su una struttura che credo darà un grosso scossone al comparto agricolo italiano”, spiega Marco Fiorese, titolare della BluEnergyControl che realizzerà i lavori. “La convenienza del MINI-BIOGAS sta tutta nelle dimensioni ridotte e nella sostenibilità economico-tecnica garantita dall’incentivo nazionale”. “Dopo anni di gestazione – continua Fiorese – il legislatore ha finalmente emanato i decreti attuativi che permettono a chi produce energia da biogas e biomasse di avere una giusta remunerazione di quanto immesso in rete. Un segnale importante per far decollare il settore dei piccoli impianti”.
All’incontro di domani, presieduto dal sindaco di Schiavon Mirella Cogo, anche il proprietario dell’Azienda Agricola che ospiterà l’impianto, Amedeo Bernardi, e la titolare dell’impianto Elisabetta Stevan della On Energy concordi nell’affermare che “i benefici economici ed energetici della struttura sono evidenti. A questo va poi aggiunto il vantaggio derivante dall’impianto a digestione anaerobica di ridurre gli odori e migliorare l’effluente zootecnico rendendolo più adatto allo spandimento nei campi”.
Fonte: Rinnavabili.it
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